giovedì 4 ottobre 2007

"Cineforum..."

i sabati sera in zona ecoart 2007 si proiettano dei film...
é un cineforum, ma di natura particolare. I film sono scelti in base ai temi che raccontano, o in base alla loro congruenza con lo spirito utopico di ecoart, e il luogo in cui avvengono le proiezioni non è mai lo stesso. Una volta abbiamo proiettato un film su di un telo in mezzo al lago, una volta ci siamo gustati il film nel bosco, infilati nei sacchi a pelo.
La prossima volta chissà dove proietteremo Stalker, film enigamtico e profondamente simbolico del maestro russo. Abbiamo due tre idee...

La trama:
Un metorite caduto sulla terra ha prodotto strani fenomeni in una zona, prontamente protetta e recintata dall'esercito. Per entrarci esistono però delle guide clandestine, chiamate "Stalker", capaci di condurre chiunque lo richieda fino alla "camera dei desideri". Uno scrittore, uno scienziato e uno stalker partono verso la misteriosa zona. Ne torneranno profondamente cambiati.
Preso in prestito dall'inglese, STALKER significa colui che si avvicina furtivamente o, se preferite, l'esploratore. Tratto da un racconto dei fratelli Strougatsky STALKER è in primo luogo la storia di questo esploratore. Che, abbandonata la moglie e la figlia si unisce ad uno scienziato e ad uno scrittore per scoprire un paese lontano e proibito. Al centro del quale, in una stanza misteriosa, si esaudiscono tutti i desideri.
Romanzo di fantascienza quindi: ma ogni film di Tarkovsky, dal celebre ANDREJ ROUBLOV a SOLARIS e a LO SPECCHIO sfugge alle classificazioni Nell'opera di questo erede (forse il più grande) del mitico cinema sovietico, ogni film è una riflessione sullo sfondo che accompagna i personaggi nelle loro vicende. Ogni storia di Tarkovsky e quindi un veicolo, forse un pretesto per parlarci della condizione dell'uomo. Di quella nella società in cui Tarkovsky vive (e non per niente i suoi film sono stati tenuti a lungo sottochiave dai sovietici); ma anche di quella che tiene più o meno prigioniero ogni individuo, in ogni parte del creato. Toccato dalla grazia di saper trasformare ogni immagine del quotidiano in fantastico e in metaforico, Tarkovsky fa del viaggio di STALKER una lunga iniziazione, un apologo a momenti straziante sul destino dell'uomo, sul ruolo della società, sull'assenza della fede.
Non è un film di facile lettura, come tutti quelli del suo autore. E contiene passaggi, come la parte centrale nella quale i dialoghi sembrano per un istante avere il sopravvento sulla forza straordinaria dell'ambiente, dove la matrice intellettuale può anche disturbare. Ma contiene anche immagini, e trasmette emozioni di una forza e di una sensibilità quali raramente il cinema raggiunge. E nelle quali mistero e realtà si fondono e si rilanciano meravigliosamente.


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